Questa frase tratta da un libro di Louise Hay è la sintesi di un concetto molto importante che desidero condividere con chi ha il piacere di leggere. La propria felicità non può essere scissa o avulsa dalla felicità di coloro che ci circondano, pensare alla felicità come a qualcosa di egoistico è, secondo me, già un errore di fondo nell'affrontare la vita. Uno dei motivi per cui ho ideato come titolo del blog: "Crescere insieme" è proprio per l'idea di fondo che non può esserci crescita personale se non in un contesto sociale e/o anche familiare di crescita, cioè non è possibile trovare felicità se non siamo nella relazione con gli altri.
Spesso si confonde la felicità con il proprio successo personale, in cui non vi è nulla di male, ma focalizziamo per un attimo la nostra attenzione sul termine "felicità", potremmo indagare sull'etimologia di questa parola e scopriremmo che la radice "fe" proviene dal sanscrito "bhu", da cui la radice greca del verbo "fyo" (occorrerebbero le lettere proprie dell'alfabeto greco, ma ora mi accontento delle lettere del nostro alfabeto, il verbo significa: produco, genero, faccio essere) e poi dal latino "fe": "fe-lix" , stessa radice di "fe-condo", "fe-rtile", quindi il termine felicità ha a che fare con il generare, con il produrre, con il dare vita, con l'essere fertile e per fertilità ovviamente non si intende solo quella puramente fisica, ma include anche ogni tipo di creatività, perché la primaria fertilità è quella spirituale, non esiste nulla nella dimensione materiale che non sia stato prima concepito nello spirito. Ho una visione spirituale della vita, perciò ritengo che tutto ha origine nello spirito, anche nella mente e nella nostra anima e poi si manifesta nella dimensione materiale. Mettendo da parte per un attimo il mio modo di vedere la realtà, sta di fatto che il termine felicità ha a che fare con l'essere fertili o produttivi e questo riguarda tutte le aree della nostra vita, dalla sfera spirituale a quella materiale.
Per un artista anche un proprio dipinto è un suo figlio, per uno scrittore ogni suo libro è come un figlio, si tratta di figliolanze diverse, una cosa è mettere al mondo figli in senso fisico, altra cosa è mettere al mondo figli spirituali, cioè creazioni, idee, opere d'arte, musica, oggetti vari, decorazioni, abiti, acconciature, trucco e tutto ciò che la nostra fantasia può mettere al mondo, comunque sia si può generare in innumerevoli modi, questo generare o creare è un seme di felicità.
Detto ciò, nel momento in cui generiamo o creiamo qualcosa, fossero anche solo i nostri pensieri, noi già siamo in relazione con altre persone, perché l'essere umano è di per sé un animale sociale e vive in contesti sociali e tutto ciò che generiamo avviene in un contesto, anche i nostri pensieri, per chi non lo sapesse, sono vibrazioni che si connettono a vibrazioni simili, noi siamo energia allo stato puro e il nostro essere emette vibrazioni, frequenze, le quali viaggiano e si connettono ad altre simili, quindi anche solo con il pensiero noi siamo già interconnessi, siamo tutti collegati, siamo tutti "Uno" e viaggiamo in uno stesso unico universo, sullo stesso unico pianeta, siamo un'unica realtà, tutti uniti, perciò il bene di tutti è l'unione dei beni individuali.
Più aiuto gli altri, come scrive e afferma Louise Hay, più cresco e sono felice, questo è verissimo, perché aiutando gli altri non solo facciamo del bene a chi stiamo aiutando, ma facciamo del bene a noi stessi, perché aiutare ci fa sentire persone migliori, aumenta la nostra autostima, ci fa crescere nella capacità di amare e l'amore è il bisogno primario di ogni essere umano. Fin da quando nasciamo abbiamo bisogno di amore, un neonato senza amore è destinato a morire, se invece riceve cure fisiche e affetto, se riceve amore sopravvive e cresce sempre di più, fino a diventare grande, ciò significa che l'amore, in tutte le sue forme, è la Vita stessa, per crescere in tutti i sensi abbiamo bisogno di relazione e di amore.
Non c'è felicità personale senza relazione con gli altri. Pensiamo per un attimo ai momenti della vita in cui siamo stati veramente molto felici: sono certa che, se andiamo indietro con la memoria, ricordiamo certamente momenti di vero, autentico amore. Nella relazione c'è sempre anche un aiutarsi reciproco, altrimenti non è amore. Prendersi cura dell'altro è amore, diversamente è altro. Rendendo felice un'altra persona, aiutandola, noi rendiamo felici prima di tutto noi stessi e insieme anche l'altra persona, questa è una verità che possiamo sperimentare, se non l'abbiamo già sperimentata. Aiutare il prossimo riempie il nostro cuore di gioia pura.
Se riusciamo a non sentirci in competizione con gli altri, ma a vivere nell'unione, nell'amore, potremmo facilmente comprendere che può esistere un mondo in cui tutti vincono. Non c'è assolutamente bisogno di schiacciare l'altro per emergere, al contrario. L'altro non è un nemico da vincere, è un fratello o una sorella da amare, rispettare ed aiutare, il bello è che, facendo così, aiutiamo innanzi tutto noi stessi.
La competizione è una lotta, talvolta forse necessaria, in certi contesti sociali, ma molto spesso inutile e dannosa, perché porta tristezza, in quanto divide. La gioia viene dall'amore, dal crescere insieme.
Il successo dell'altro non è in competizione con il mio. Della filosofia di Louise Hay mi piace anche questo concetto: c'è posto per tutti in questo mondo, c'è abbondanza per tutti in questo mondo, soprattutto se ognuno di noi impara a condividere, quest'ultimo pensiero è mio.
Possedere o conquistare solo per se stessi porta alla tristezza, la solitudine non genera nulla.
"C'è più gioia nel dare che nel ricevere" ha scritto San Paolo, riferendosi a parole di Gesù, negli Atti degli Apostoli (20,35). Quanto è vera questa affermazione!
Questa espressione biblica ci dice tutto in sintesi: la gioia che riceviamo dal dare è di gran lunga più grande che quella provata nel ricevere e questo è verissimo!
Aiutando gli altri siamo noi stessi a crescere, cresciamo nell'amore e nella gioia, cresciamo nella felicità.
Questa riflessione di oggi è un invito ad aprirsi sempre alla generosità, alla solidarietà, all'essere di aiuto gli uni per gli altri, perché non è mai tempo perso, mai, anzi è sempre tempo benedetto e creatore di felicità.
In ogni momento della nostra vita ricordiamo a noi stessi che c'è più gioia nel dare che nel ricevere e che aiutando il prossimo diventiamo anche più felici!

Cresciamo insieme!
Molto bello e interessante 🙏