Tutto è bene e ha un suo buon motivo per accadere, anche il dolore
- Giovanna Russo
- 11 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Buon sabato a tutti! ❤️
Siamo continuamente collegati a tutto ciò che vibra sulle nostre stesse frequenze e ne ho conferma ogni giorno. Attraiamo ciò che è simile a noi, pensieri, persone, fatti e altro.
Nel mio ultimo e prossimo libro che è in fase di pubblicazione ("Sentieri di vita") ho dedicato un capitolo alla necessità di chiudere con storie o persone, ambienti che ci fanno soffrire e stamattina ne ho un'autorevole conferma in ciò che ho letto e ora copio e condivido. Ringrazio la Vita che mi ha insegnato tanto e che cerco di trasmettere nei miei libri, che sono estremamente semplici e per tutti, senza pretese e con umiltà comunico di volta in volta ciò che Maestra Vita mi ha donato di comprendere.
Ora copio e incollo un articolo del Dott. Raffaele Morelli, per leggere oltre ciò che sto copiando andiamo su Riza.it:
"Nel dolore è presente quel lato della personalità che è stato soffocato e che bussa alla porta del nostro Io per essere ritrovato.
Molte volte il Viaggio che ciascuno di noi deve compiere viene corretto dall’anima. In quei casi forse l’unico modo per riportarci a casa è farci soffrire, non perché l’anima goda dei nostri disagi, ma semplicemente per oscurare la nostra visione della vita troppo unilaterale, che ci allontana dal nostro percorso.
Nell’e-mail che Juliette mi ha mandato è evidenziato molto bene come certe sofferenze siano il modo più rapido, da un punto di vista energetico, di farci trovare ciò che è indispensabile per la nostra evoluzione:
«Buongiorno Dottor Morelli, avevo proprio una gran voglia di scriverle, la seguo da così tanti anni che ho perso il conto. Dirle “grazie” è poco, perché lei ha risvegliato in me tutto ciò che era sopito, ho imparato a non curarmi degli altri e dei giudizi altrui, ho imparato ad essere e ad avere “un sano egoismo”. Ho ripreso in mano la mia vita: un giorno, ormai di alcuni anni fa, ho seguito uno dei suoi consigli, inconsciamente, ma di sicuro era nella mia anima e nella mia mente da tempo. Era un giovedì sera e, uscendo dall’ufficio presso cui lavoravo da anni, ho chiuso la porta per sempre. Sa, quella sera quando ho chiuso la porta alle mie spalle, mi sono fermata un attimo sul pianerottolo delle scale e ho detto ad alta voce: “Qua non ci torno più!”. Era giunta l’ora, dentro di me, di lasciare tutto ciò che mi andava ormai troppo stretto. Così ho dato le dimissioni. Una cosa era certa: non stavo bene, ma non sapevo esattamente cosa fosse»."
Mia personale conclusione: bravissima Juliette! Mi sono rivista in quell'espressione semplice e chiara: "Qua non ci torno più", l'ho detta e messa in pratica almeno due volte, in due momenti diversi ed importanti della mia vita e so di aver fatto benissimo e di aver dato la svolta giusta alla mia vita, lo so perché quando decidiamo di tagliare con ciò che ci fa star male apriamo la porta ad un positivo cambiamento. Altra cosa molto importante: dal dolore può nascere una vita nuova, più felice e appagante.
Giovanna Russo 🌹❤️😍👋👋
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