Religioni e condanne a morte
- Giovanna Russo
- 19 feb 2023
- Tempo di lettura: 3 min
"All'alba del 17 febbraio del 1600 fu bruciato sul rogo, in piazza Campo dei fiori a Roma, a seguito della condanna della Santa Inquisizione Cattolica, il frate domenicano e grande filosofo nolano Giordano Bruno. Scelse la morte piuttosto che abiurare la sua vera fede. È ancor oggi un luminoso esempio di coerenza e libertà di pensiero, troppo pericoloso per la Chiesa di Roma, che in quel tempo vendeva le indulgenze divine a peccatori danarosi e quindi non poteva tollerare le prediche del frate che suggeriva ai fedeli di cercare Dio in se stessi, nella propria anima e non al di fuori, di ascoltare la sua voce scaturita dalla propria anima. Se si può parlare con Dio direttamente perché noi siamo parte di lui e lui è in noi, decade la necessità di intermediazione della Chiesa e quindi non ha alcun senso pagare per ottenere il perdono dei propri peccati. Questa e simili le ragioni per cui Giordano Bruno meritava il fuoco, in nome di quel Dio che lui sentiva presente dentro di sé e che la Chiesa descrive come fonte inesauribile di amore incondizionato e infinita misericordia. “Ho combattuto, è già tanto, ho creduto che potessi vincere … E' già qualcosa essere arrivati fin qui: non aver avuto paura di morire, aver preferito coraggiosa morte a vita pusillanime” (Pugnavi, multum est, me vincere posse putavi. Est aliquid prodisse tenus…Non timuisse mori, praelatam mortem animosam imbelli vitae). De monade (1590)" Grazie M. (autore dello scritto sopra riportato)...lo so, ho studiato queste cose all'università (storia e filosofia), ho fatto esami specifici a riguardo. Purtroppo la chiesa umana ha commesso e commette molti errori, Giordano Bruno è stato uno dei tanti esseri umani bruciati sul rogo: donne (giudicate "streghe", mentre Gesù ha detto di NON GIUDICARE) e uomini, considerati eretici, venivano arsi vivi dal Tribunale dell'Inquisizione, nel periodo della Controriforma. L'essere umano però ha bisogno di credere in Dio e ha creato le religioni, prendendo ispirazione da un messaggio spirituale, come quello di Gesù Cristo (in cui io credo). Il problema è il fondamentalismo delle religioni e anche il moralismo: mi viene in mente l'uccisione di quella bellissima ragazza, Saman Abbas, da parte dei genitori e familiari! Perché? Perché semplicemente voleva vivere libera, com'è giusto che sia. La LIBERTÀ dovrebbe essere un diritto inalienabile e intoccabile per tutti, invece purtroppo a volte si paga con la vita. Il moralismo delle religione produce CHIUSURA MENTALE, INTOLLERANZA E IGNORANZA, perché le persone non ragionano più con la loro testa, ma si piegano ad una dottrina (infarcita di dogmi umani e discutibili) chiudendo il cuore e la mente. Purtroppo in nome di un falso Dio si può uccidere un fratello (sorella) o una figlia! No! Queste religioni non portano a Dio, ma all'inferno. Io sono credente nella mia LIBERTÀ DI COSCIENZA, non accetto la limitatezza di una dottrina, coltivo la mia spiritualità e fede liberamente (LIBERA-MENTE) e prego, senza lasciarmi condizionare dall'esterno. Dio è in ognuno di noi ed è L'AMORE cosmico, universale in cui tutti siamo uniti. Quando siamo nell'amore siamo in Dio e non abbiamo bisogno di riti esteriori e cerimonie. Bisogna vivere nella concretezza quotidiana dell'amore. Se la religione diventa moralismo e condanna (di recente una personalità autorevole religiosa, il Papa, ha detto che l'omosessualità è peccato) si crea intolleranza e pregiudizio, atteggiamenti mentali negativi che producono altro male. Sarebbe molto meglio insegnare il rispetto e l'amore per la diversità, che è ricchezza umana. Si impara ad amare rispettando tutti, senza distinzioni.
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