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Morire per lavorare

Certi aspetti della realtà di questo mondo in cui viviamo mi fanno sempre più convincere che siamo diventati una società disumana, in cui purtroppo i giovani (e anche meno giovani), che devono lavorare in certe condizioni, rischiano la vita. Non è il primo caso quello di Sebastian Galassi e le morti sul lavoro mi richiamano alla mente i tanti operai morti negli ultimi tempi a causa di mancanza di sicurezza nei cantieri. Quante persone muoiono per esercitare quello che dovrebbe essere un diritto (il lavoro) per vivere dignitosamente, non per morire!

Qualcosa non va nella nostra società, poi, se si licenzia attraverso messaggio al computer, senza sapere il perché dei ritardi nelle consegne, c'è proprio da chiedersi se siamo ancora umani o se qualcosa di diabolico ha invaso la specie umana.

La verità, dal mio piccolo punto di vista, è che nel mondo del lavoro c'è molto sfruttamento e nuove forme di schiavitù che andrebbero combattute. I Rider che oggi giustamente protestano, sono costretti per pochi soldi a correre senza fermarsi per le consegne.

Mi è dispiaciuto molto apprendere questa triste notizia della morte di un ragazzo, Sebastian Galassi... potrebbe essere come un figlio per noi tutti, immagino il dolore immenso dei suoi familiari. Quando dicono che bisogna procreare, perché il calo demografico è un problema serio del nostro Paese, domandetevi anche come possono molti giovani di oggi mettere su famiglia con lavori precari e mal pagati e addirittura rischiosi per la vita e chiedetevi anche in che tipo di società si farebbero nascere altri esseri umani (Dio li benedica!), un mondo che purtroppo non incoraggia la vita, non è dalla parte di noi esseri umani, non dà lavoro, se lo dà, è mal pagato e precario, che forse serve a sopravvivere, se tutto va bene.

C'è un dilagare della violenza, che non è solo la delinquenza di tutti i tempi, è di più, è anche nell'aggressività gratuita di tanti comportamenti quotidiani, come per esempio l'aggressività di chi sta alla guida di un'auto e deve a tutti i costi correre, accelerare, per poi investire un ragazzo che sta lavorando per sopravvivere in questo mondo. Nelle grandi città (come anche Roma) basta uscire per rendersi conto del degrado civile e culturale in cui siamo tutti immersi. Poi c'è il pericolo della terza guerra mondiale e una crisi economica che ancora non conosciamo fino in fondo e in questo mondo (infernale) dovrebbero i giovani avere il coraggio di fare figli?


 
 
 

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